venerdì 23 dicembre 2011

Il Denario

Introduzione

Il denario fu la principale moneta di Roma antica.
Intorno al 300 a.C. i romani vengono in contatto con la civiltà greca del sud Italia.
Nelle relazioni con le città della Magna Grecia, dove venivano utilizzare monete in argento di derivazione greca, le monete in bronzo avevano un valore insufficiente per gli scambi commerciali.

 La storia
Nel 211 a.C., durante la Seconda guerra punica, fu battuta una moneta dal valore di 10 assi chiamata "denario", il cui nome significa appunto "contiene dieci".
Nelle prime emissioni al dritto veniva riportata la testa di Roma con elmo alato e crestato, mentre al retro erano raffigurati i gemelli dei Dioscuri a cavallo con la legenda ROMA.
Inizialmente si scelse l'argento perché si riteneva che le monete d'oro racchiudessero un valore troppo alto in un volume troppo piccolo. Non a caso i romani esigevano che i popoli vinti pagassero il bottino di guerra in monete d'argento ed era considerato un trattamento di favore autorizzarli a usare monete d'oro.

Il tempo
La moneta romana d'argento alla base dell'economia di Roma fu   il denario, coniato a partire dal 268 a.C..

I protagonisti
Ottaviano Augusto nel 23 a.C. riordinò il sistema monetario anche per farlo corrispondere alla vastità e alla ricchezza dell’impero, fondandolo sull’oro e sull’argento e cercando di riportare il valore intrinseco delle monete vicino al loro valore nominale.


Le immagini
         denario, zecca di Roma, 209 a.C. 

denario denario

Gli eventi
I denari vengono datati al 211 poiché denari fior di conio sono stati rinvenuti, durante scavi archeologici, nella città siciliana di Morgantina, e siccome questa città venne distrutta proprio in quell'anno, durante la seconda guerra punica, si è perciò ipotizzato che quelle monete siano state coniate in quell'anno o poco prima.

Il valore
I primi denari pesavano 4,55 g, quanto 1/72 di libbra romana,
valore di 10 assi chiamata "denario", il cui nome significa appunto "contiene dieci".

 Il suo valore iniziale era di 10 assi, pari a 1/72 di libbra (4,55 g). Nel 217 a.C. il denario fu rivalutato a 16 assi, a seguito della riduzione del valore di quest'ultimo. Sebbene il denario fu il riferimento dell'economia romana dalla sua introduzione fino alla fine della sua coniazione alla metà del III secolo DC, la sua purezza e peso andarono lentamente riducendosi


Moneta Valore sul denario Valore sull'asse Marca
Denario 1 denario 10 assi X
Quinario 1/2 denario 5 assi V
Sesterzi 1/4 di denario 2,5 assi IIS e successivamente HS

DENARIUS

Denarius minted at Rome in 82 BC by L. Censorinus, with the head of Apollo and the figure of Marsyas holding a wineskin[1]

domenica 18 dicembre 2011

Roberto Ganganelli

Presentazione

Presentazione - www.ganganelli.it
Giornalista pubblicista e perito numismatico, dagli anni '90 il dott. Roberto Ganganelli svolge attività di ricerca nel settore della numismatica (in special modo quella italiana, medievale e moderna), della tecnologia di zecca e della medaglistica d'arte. Ha al suo attivo pubblicazioni in periodici e volumi specializzati in Italia e all'estero e partecipazioni a convegni, seminari di studio e progetti di ricerca; effettua consulenze espositive e museali nel settore numismatico, organizza eventi e svolge attività expertise per istituzioni pubbliche e privati. Dal 2004 al 2011 è stato curatore del mensile "Cronaca Numismatica".
Attualmente è direttore responsabile del mensile "Il Giornale della Numismatica".

 www.ganganelli.it sarà presto disponibile in versione rinnovata. Nel frattempo, per informazioni potete scrivere all'indirizzo e-mail ganganelli@libero.it o contattare Roberto Ganganelli su Skype all'indirizzo roberto.ganganelli.

Collaborazioni giornalistiche

Collaborazioni giornalistiche - www.ganganelli.it
Oltre ad alcune centinaia di articoli, servizi e recensioni apparsi su "Cronaca Numismatica" tra il 1995 e il 2011, Roberto Ganganelli ha collaborato fra l'altro con la rivista medaglistica "Historia Mundi", con "Diana", con il bollettino storico "Pagine Altotiberine", il "Notiziario" dell'Accademia Italiana di Studi Numismatici e, in veste di corrispondente, con il mensile spagnolo "Cronica Numismatica" (dal 2002 al 2006).

Volumi pubblicati

Volumi pubblicati - www.ganganelli.it
1 - "Marco Polo e il Milione numismatico", Eder 2001
2 - “Il Santo e l’Incisore”, Antica Zecca di Lucca 2004 (con Giuliano Marchetti)
3 -  “Imago Francisci in nummis”, Circolo NF Assisi 2005
4 - “Monete e zecche al tempo di San Benedetto”, CNF Assisi e Comune di Norcia 2006
5 - “Oro denaro e misteri nella seconda guerra mondiale”, Editoriale Olimpia 2006
6 - “Emiliano Orfini e la zecca di Foligno tra Medioevo e Rinascimento”, CFN Foligno e CNF Assisi 2007
7 - “Andrea Palladio 1508-2008. Monete medaglie arte documenti”, Fiera di Vicenza 2008
8 - “Sulla Zecca e sulle Monete di Fuligno”, CFN Foligno 2008 (con Fabio Bettoni)
9 - “Il secolo della lira”, ArtLibris 2010
10 - "Le zecche d'Italia fino all'Unità", Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato 2011 (CONTRIBUTOR)
11 - “Emilio Greco. Monete medaglie placchette”, Biblioteca Apostolica Vaticana 2011
12 - “L’Italia e la lira”, Ars in Libris 2011 (IN CORSO DI STAMPA)

Associazioni, incarichi e qualifiche

1 - Socio ordinario della Società Numismatica Italiana (REVISORE)
2 - Socio ordinario dell'Accademia Italiana di Studi Numismatici (CONSIGLIERE)
3 - Socio onorario dell'Accademia "Pietro Giampaoli" per la Medaglia d'Arte
4 - Socio onorario del Circolo Numismatico Filatelico di Assisi
5 - Socio ordinario del Circolo Numismatico Pugliese
6 - Socio ordinario dell'Associazione Storica "Alta Valle del Tevere"
7 - Perito numismatico della CCIAA di Perugia
8 - Membro della Consulta Numismatica del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano
9 - Membro della giuria premi internazionali "Coin Constellation" (RU)
10 - Membro della giuria dei premi internazionali "Coin of the Year" (USA)

martedì 13 dicembre 2011

Collezione numismatica

In America, l'attività di raccolta numismatica ha un valore di oltre $ 20 miliardi di dollari, ed è in crescita e secondo gli esperti. In tutto il mondo, il mercato è valutato a $ 100 miliardi di fatturato lordo di ogni anno, e anche se questo può essere una nicchia DI CUI non avete mai sentito parlare, i numeri parlano da soli, piquing la curiosità di molti imprenditori web.

Qualsiasi mercato in crescita richiede una forza di vendita in rete.
Nel caso in cui si confronta un business come dischi BluRay, e dare un'occhiata a come la stragrande maggioranza dei prodotti sono offerti in questo settore - sono tutti venduti tramite negozi piccoli e grandi, franchising e superstore.
Con la vendita di decine di milioni di dollari di prodotti di consumo rapido movimento ogni anno, provenienti da fornitori piccoli e grandi venditori - ognuno di favorire il mercato generale - il commercio nel suo complesso cresce. Lo stesso si può dire di questa faccenda. In tutto il mondo sono centinaia di persone in rete, tutti gli sforzi per rendere il settore crescere in modo esponenziale. Ogni individuo contribuisce, come parte di un gruppo, e il risultato finale è collezione di monete numismatiche trasformando in una attività molto più comune e passatempo.

Numismatica

NumismaticaNumismatica è una sfera segreta attraverso la quale si rivelano legami con l'arte, la storia e la finanza da dietro una facciata austera.  
Come monete sono stati coniate nel VII secolo aC, e sono ancora coniate in molti paesi oggi, il mondo di monete è vasto. Sia per tema la raccolta o il prezzo la scelta è infinita. Ma, soprattutto, come le monete in circolazione denaro toccato il subconscio collettivo, in quanto, fino al 19 ° secolo - a parte il loro uso come moneta circolante - il loro appello ad una popolazione più analfabeta è stato derivato dai simboli e sembianze che portavano.  

Luigi XVI è stato riconosciuto a Varenne della sua immagine su una moneta. Fin dai tempi prima intercomunicazioni esisteva l'immaginario pittorico di monete servito a informare tutte le persone. Dopo la morte di Alessandro Magno, i suoi generali ha usato la sua immagine numismatica di sfruttare il carisma prestato a loro. Per i cittadini romani, in tutto l'Impero, la gestione di un, denaro o sesterzio aureo mostrato loro, a colpo d'occhio, ciò che l'imperatore sembrava. Numismatica, come scienza ausiliaria della storia, a volte ha mostrato alcune figure storiche in una luce unica. Anche se in carica per soli 15 giorni, l'aspetto della Quintillus Imperatore è noto attraverso le poche monete che porta il suo ritratto. Come l'ambito tematico è universale, e dal momento che le monete di tutti i tempi a tutti i prezzi sono disponibili, oltre alla convenienza, la scelta di un tema di raccolta e il periodo diventa una priorità.In tal modo le monete di elettro della Lidia, la cui delicatezza di conio gocce in lega di primo oro portato le insegne di uno stato impresso in Asia Minore, ha dato ai posteri la monetazione prima nota. Classico conio greco ha attirato numerosi collezionisti, dilettanti e professionisti. Tutti gli stati della città avevano le loro immagini simboliche, come ritratta dagli artisti numismatica del V e VI secolo, come ad Atene con la dea Atena e la civetta ateniese, o le monete di Siracusa, raffigurante una donna bella e delfini. La raffigurazione di una ninfa è ancora molto ammirata, mentre un esteta può ammirare la spiga di grano di Metaponte, il granchio di Agrigento, o il pieno facciale ritratti di Elio sulle monete di Rodi o di Apollo su quelli di Clazomene, che esprime un essere umano malinconia. Kimon e Euainetos erano tra i migliori incisori noti della ritrattistica moneta del genere.I collezionisti di monete romane, Impero o Repubblica, saranno a conoscenza del "culto della personalità" aspetto e la storia. Storie di vita di figure eroiche come Gaio Mario, Lucio Silla, Giulio Cesare, Marco Antonio e Gneo Pompeo hanno ancora un impatto, e imperatori romani sfruttato appieno le loro monete per auto-promozione. Avere un ritratto idealizzato, mentre la visualizzazione di personaggi imperiali e di vittorie dei rovesci. L'aureo, la corrente durante i primi tre secoli, ha mostrato il ritratto imperiale in rilievo, e ha tenuto una sensualità perfettamente coniugati con la magica bellezza della medaglia d'oro.Il digiuno di Bisanzio può essere evocato da una serie di solidi d'oro. La loro iconografia è un po 'ripetitivo ma, in quanto sono disponibili e relativamente meno costoso di altri, che attirano un bel po' di collezionisti. Monete celtiche, con i loro disegni stilizzati, sarà naturalmente diventare il preferito di chi, come André Breton, ama l'arte moderna, mostrando come si possa raccogliere sia 20 oggetti secolari e quelli contemporanei.Naturalmente, le prime monete di attrarre l'interesse del collezionista saranno probabilmente quelli del proprio paese. E anche tra queste, le varietà insolite inaspettatamente venuto alla luce. Monete spagnole possono trasportare la fantasia sulla scia di avventura, alla ricerca di galeoni sommersi e accumula tesori loro oro o argento. Il tedesco corona di dimensioni talleri d'argento dei secoli 17 e 18, con le loro grandi potenzialità per i disegni pittorici, può inclinare verso il macabro con i loro illustrato la morte a testa, o verso un tema astronomico, come l'intrigante "Ducat con la cometa ", che è continuato attraverso l'arte numismatica di epoca moderna. Numismatica francese, dal l'ampiezza della loro varietà, interesse internazionale dal periodo della guerra dei Cento Anni (1338-1443) a quella della Rivoluzione Francese (1789-1795). La monetazione napoleonica si riferisce a un periodo di conquista militare e sconvolgimento, e uno stato di flusso politico, iniziato in Francia ed esteso in tutta la grande Europa, per finire con la battaglia di Waterloo, nel 1815.Come molti Stati hanno sviluppato una storia regionale, questioni di menta singolo, come un tema da collezione, può provocare. Temi di raccolta, nella loro più ampia estendere, sono molte e varie. Corona di dimensioni monete, a doppia testa monete, o monete visualizzazione rappresentazioni di animali, sono solo alcune idee. Storicamente, i numismatici hanno incluso diverse figure di nota, come il Petrarca, Caterina de 'Medici, Luigi XIV, Re Farouk d'Egitto, Sacha Guitry, il re Vittorio Emanuele III d'Italia, i fratelli Hunt, solo per citarne alcuni.Medaglioni e medaglie sono numismatica legati temi, che comprende Militaria. Medaglioni sono un campo limitato e specializzato, con un appello altamente estetico. Il soggetto tende ad essere classico o storico, industriale o commerciale, e raggiungere elevati valori di mercato. Medaglie, in sostanza, derivano da campagne di guerra e il conseguente, battaglie e vittorie. Questi tendono ad essere meno specializzati. Anche se sono troppo rare edizioni che fanno ottenere una maggiore valutazioni.Quali monete o medaglie si raccolgono è meno importante il loro appello e la soddisfazione maturata nel possederle. Condizione può o non può essere il criterio. Ma, ovviamente, il meglio lo stato di conservazione al momento dell'acquisto, maggiore è il valore della collezione nel tempo. Come la costruzione di una collezione è una creazione personale, il collezionista, così come il suo investimento, mette il cuore, l'anima e la conoscenza nel processo di raccolta.

lunedì 12 dicembre 2011

risorse numismatiche

This is a listing of free, informational coin related websites compiled from the Coin Websites Coin Directory.

The list below contains some of the best and most useful sites. Do you know of any excellent coin related websites that should be listed here? Submit a link directly to Coin Websites. This resource page will constantly be updated with the best and brightest new sites!

Informational Coin Sites


Tools

  • Coinflation - metal value or melt value of US coinage
  • Babelfish - translate languages on coins or bank notes.

World Mints


Free Coin Price Guides


Coin Grading Services


Coin Publications


Coin Organizations

  • ANA - American Numismatic Association
  • CCAC - Citizens Coinage Advisory Committee
  • CONECA - Combined Organizations of Numismatic Error Collectors of America
  • PNG - Professional Numismatics Guild

Precious Metals

giovedì 10 novembre 2011

Monete antiche all'asta


Time Left  3d  12h  54m  25s Time Left  4d  19h  30m  56s Time Left  4d  19h  34m  40s
Current Bid  $269.99Current Bid  $39.00Current Bid  $30.00
 
Time Left  4d  19h  38m  15s Time Left  4d  19h  43m  2s Time Left  8d  2h  0m  39s
Current Bid  $30.00Current Bid  $30.00Current Bid  $20.00
 
Time Left  8d  2h  0m  40s Time Left  8d  2h  0m  40s Time Left  8d  2h  0m  40s
Current Bid  $7.00Current Bid  $13.00Current Bid  $6.00
 
Time Left  8d  2h  0m  40s Time Left  8d  2h  0m  40s Time Left  8d  2h  0m  40s
Current Bid  $6.00Current Bid  $7.00Current Bid  $8.00
 
Time Left  8d  2h  0m  40s Time Left  8d  2h  0m  40s Time Left  8d  2h  0m  40s
Current Bid  $7.00Current Bid  $10.00Current Bid  $13.00
 
Time Left  8d  23h  21m  55s Time Left  8d  23h  21m  56s Time Left  8d  23h  21m  56s
Current Bid  $15.99Current Bid  $99.99Current Bid  $39.99
 
Time Left  12d  21h  15m  54s Time Left  12d  21h  15m  54s Time Left  12d  21h  15m  54s
Current Bid  $29.99Current Bid  $59.99Current Bid  $19.99
 
Time Left  12d  21h  15m  54s Time Left  12d  21h  15m  54s Time Left  12d  21h  15m  54s
Current Bid  $23.99Current Bid  $148.99Current Bid  $259.99
 

martedì 8 novembre 2011

CURIOSITÀ Quanto vale un sesterzio?

 CURIOSITÀ Quanto vale un sesterzio?

È una domanda molto comune. La risposta non è facile,
perché nel corso dei secoli il valore del sesterzio
si è modificato a causa delle ripetute crisi monetarie e dell'inflazione.
Proviamo comunque a calcolarlo.
Le monete che circolano in tutto l'Impero romano sono, in ordine diimportanza:
l'aureo (in oro), il denario (in argento), il sesterzio (inbronzo),
il dupondio (in bronzo), l'asse (in rame), il semisse (in rame) e
il quadrante, la più piccola moneta in bronzo.
Il sesterzio, quindi, è una moneta di valore medio, utile per gli acquistidi tutti i giorni.
Si segue la rigida "gerarchia" imposta dal sistema mo-netario,
stabilita da Augusto nel 23 a.C., che prevede:
1 sesterzio = 2 dupondi = 4 assi = 8 semissi =16 quadranti
Inoltre, se la spesa è di una certa importanza si usano delle monete
che in un certo senso equivalgono alle nostre banconote con più zeri:
1 denario = 4 sesterzi
1 aureo =100 sesterzi

A questo punto possiamo scoprire cosa si riesce a comperare con un se-sterzio.
Il trucco è quello di esaminare i testi antichi e le iscrizioni sui
muri rinvenute nei siti archeologici (Pompei in testa).Si leggono molti prezzi,
spesso espressi in assi, ma conoscendo i rap-porti tra le varie monete
è possibile svelare il reale potere d'acquisto diun sesterzio nelle tasche dei cittadini.
Un sesterzio equivale all'incirca a due euro attuali.
Questo è il suo valore per tutto il i secolo d.C. e possiamo considerarlo
immutato nella Roma di Traiano, agli inizi del ii secolo d.C. (115 d.C.),
caratterizzata da un grande benessere grazie alle conquiste.
Ecco alcuni prezzi e vedrete che la corrispondenza con quelli
della no-stra epoca è spesso sorprendente:
1 litro d'olio d'oliva = 3 sesterzi = 6 euro
1 litro di vino ordinario = 1 sesterzio = 2 euro
1 litro di vino selezionato = 2 sesterzi = 4 euro
1 litro di vino Falerno = 4 sesterzi = 8 euro
1 chilo di pane = 1/2 sesterzio = 1 euro
1 chilo di grano = 1/2 sesterzio = 1 euro
1 piatto di minestra = 1/4 di sesterzio (1 asse) = 0,5 euro

1 ingresso alle terme = 1/4 di sesterzio (1 asse) = 0,5 euro
1 tunica = 15 sesterzi = 30 euro
1 mulo = 520 sesterzi = circa 1000 euro
1 schiavo = 1200-2500 sesterzi = 2500-5000 euro
Dalle fonti antiche emergono molte curiosità.
Sappiamo che un cittadi-no medio porta con sé di solito 30 sesterzi,
equivalenti quindi a 60 euro.Altri dati, invece,
ci indicano l'enorme divario tra i ricchi e i poveri:
6sesterzi al giorno sono sufficienti per il vitto di tre persone (una piccolafamiglia).
Mentre un benestante nella Roma di Traiano deve contare,come minimo,
su una rendita di 20.000 sesterzi all'anno (cioè 55 algiorno) per le sue necessità "vitali".
Oltre, è meglio non andare; in effetti i dati provenienti da epoche diverse
risentono della grande inflazione e delle ripetute crisi delle quali hasofferto l'Impero romano.
L'esempio più impressionante è il prezzo delgrano:
nel i secolo d.C. per acquistare 6,5 chili di grano (1 modio) era-no necessari 3 sesterzi.
Due secoli dopo (sul finire del III) ce ne vole-vano addirittura 24

I prezzi nell'antica Roma


I prezzi nell'antica Roma
 
Il consumo di pane nell'antica Roma era piuttosto alto. Un uomo medio mangiava circa due libbre di pane al giorno. L'unità di misura del grano era il Modius, che veniva anche raffigurato sulle monete per indicare come propaganda l'alta presenza di grano stipato nei magazzini imperiali (sotto a destra potete vedere l'illustrazione di un sesterzio di Nerva - fonte: Cohen vol.II pag.11) . Un modio equivaleva a 20.7 libbre e considerato che una libbra romana corrispondeva a 322.5 grammi un modio aveva la capacità di 6.67 Kg. Di media una persona consumava al mese circa 4 modi di grano (26.68 kg cioè 58.8 libbre). monete romane
Non conosco prezzi relativi alla carne, alle verdure o frutta, quelle sotto riportate sono della tabelle indicanti i prezzi medi di alcuni beni di consumo e non, e gli stipendi mensili dei mestieri più comuni al tempo. Ovviamente i prezzi cambiavano da provincia a provincia dell'Impero.

Paga mensile e prezzi di un modio di grano del I Secolo d.C.
Lavoro Denari / Mensili Area Geografica Prezzo in Assi
Segretario 15 Roma fino a 32
Lettore 12 Provincie dell'Italia 16
Messaggero 9 Africa 9 - 16
Haruspex (colui che prediceva il fato) 10 Asia Minore 8 - 16
Legionario 20 Palestina 10 - 12
Pretoriano, guardia dell'Imperatore 60 Egitto (prezzo di un cesto di pane) 7 - 9
Legionario con il grado di Centurione ~300
Lavoratore medio (nel VI sec. d.C.) 9 follis al giorno
10-20 solidi all'anno Nota: Un modio di grano corrispondeva a 6.67 kg
Altri Prezzi nel I secolo d.C.:
I secolo d.C. Prezzo
1 modius di grano Leggi sopra
1 pagnotta 2 Assi (a Roma)
1 sextarius di Vino (1/2 litro) 1 - 5 assi
1 sextarius di vino pregiato fino a 30 assi
Bagno nelle terme pubbliche 1/4 asse
1 tunica 15 sesterzi
1 scimmia 500 sesterzi
1 schiavo 500 - 1500 denari
1 donna schiava 2000 - 6000 denari
1 appezzamento di terra 1000 sesterzi = 250 denari

L'Egitto era il granaio dell'Impero Romano, ovviamente era proprio in quella provincia dell'impero che si faceva il prezzo del grano, difatti sul prezzo di origine venivano ricaricati i costi di trasporto, di conservazione e di commercio. Come vedete nella tabella sotto riportata dall'Egitto a Roma il prezzo era quadruplicato, il prezzo è espresso in Assi ed è relativo ad un modius di grano in diversi periodi dell'Impero.
Roma Italia Egitto
18a.C. - 14d.C. 16 8 4
14 - 98 d.C. 32 16 8
98 - 192 d.C. 40 20 10
193 - 260 d.C. 68 34 17

In alcune città ovviamente il costo degli alimenti o di alcuni beni poteva essere inferiore o superiore rispetto ad altre città dell'Impero. Questo era dovuto sia dalla produzione interna, che dalla dislocazione geografica della città che la rendevano una città di passaggio particolarmente adatta la commercio. Pompei per esempio aveva un grande produzione di vino ed il suo prezzo infatti nella città era di molto inferiore rispetto a Roma.
Pompei 79 d.C. Prezzo
1 modius di grano 7 sesterzi = 28 assi
1 modius di segale 3 sesterzi = 12 assi
1 litra di olio (1/3 kg) 1 sesterzi = 4 assi
1 libbra di pane 1 asse
1/2 litro di vino 1 asse
1/2 litro di vino pregiato 2 - 4 assi
1 ciotola 1 asse
1 piatto 1 asse
1 lampada ad olio 1 asse
1 secchio 2 sesterzi = 8 assi
1 tunica 15 sesterzi = 3 denari e 3 sesterzi
1 scimmia 500 sesterzi = 125 denari
1 schiavo 2500 sesterzi = 625 denari
Commissionare un'azione criminale 25 sesterzi = 6 denari e 1 sesterzio

III secolo d.C. Prezzo in Antoniniani
1 rete da pesca 14
1 trappola per pesci 6
1 piccola barca da pesca 186
1 vaso da cucina 3
1 lampada ad olio 1
1 pagnotta (1 libbra) 1 (nella provincia)
1 sextarius di vino 4
1 mantello invernale per soldato 75
stivali in pelle di cammello 20
scarpe di pelle leggere 12
1 spada 60
1 scimmia 145
1 cavallo 250
1 schiavo giovane e robusto 800-1200

Nel IV secoldo d.C. diverse riforme monetarie creano nuovi nominali. Scompaiono gli Antoniniani, gli assi ed i sesterzi e prendono il loro posto per le commissioni di tutti i giorni i nummi, i follis ed i solidi. Un Solido ha il valore di 180 follis. Un Follis a sua volta ha un valore di 40 nummi bronzei. Una libbra d'ero era composta da circa 145 solidi.
VI secolo d.C. circa Prezzo
1 schiavo non addestrato 20 solidi
Verdure per un giorno 5 follis (10 solidi all'anno)
1 libbra di pesce 6 follis
1 pagnotta 3 follis
1 coperta di lana 1/25 solido
1 di mantello usato 1 solido
1 scimmia 3-4 solidi
1 copia del nuovo testamento 3 solidi

Periodo Paga giornaliera di un soldato Prezzo medio per un modio di Grano a Roma
211 - 210 a.C. Leggi nota 1 20 - 24 assi
203 a.C. 4 assi
200 - 150 a.C. 3 assi 4 assi
141 a.C. leggi nota 2 5 assi 6 assi
123 a.C. 6.33 assi
100 a.C. 8 assi
73 a.C. 5 assi 12 assi
46 a.C. 10 assi (lavorato on formato 12 Assi) 12 assi
0 10 assi 16 assi = 1 denario
60 d.C. 16 assi 32 assi = 2 denario
170 d.C. 13 assi 40 assi = 2 denario 8 assi
218 d.C. 16 assi = 1 denario 68 assi = 4 denario 4 assi
305 d.C. 2 - 10 nummi leggi nota 3
Nota 1: Periodo della davastazione da parte di Annibale.
Note 2: Rettifica del valore di un denario: prima del 141 a.C.: 1 Denario = 10 Assi ; dopo il 141 a.C.: 1 Denario = 16 Assi
Nota 3: Dopo la riforma monetaria del 214 d.C., il nummo fu introdotto nel 294 d.C.
Aveva lo stesso potere di acquisto del denario nei primi tempi. 2 nummi in Egitto; 10 nummi a Roma.

Consumo da parte di una famiglia composta da 4 persone in un anno:
* nella Repubblica (175 - 150 a.C.):
Una famiglia di 4 persone necessitava dei seguenti beni in un anno, il 40% diqeusti era consumato dall'uomo della famiglia.
120 modii grano (= 800 kg) 480 assi
120 sextarii di olio (= 65 litri) 80 assi
720 sextarii di vino (= 400 litri) 120 assi
680 as = 68 denari (vedi nota 2)
Paga di un soldato: ~100 denari all'anno
* nell'Impero Romano (75 - 125 d.C.):
Roma : 200 denari per grano, olio e vino (2 - 2.5 assi al giorno)
Province dell'Impero: 100 denari

Gli schiavi

Le causeLo schiavo è una cosa, una res vivente, uno "strumento o animale parlante". Lo è dal IV millennio a.C., a partire dalle civiltà egizie e sumera.
In latino schiavo si dice servus, ma gli storici, per distinguere il feudalesimo dallo schiavismo, usano "schiavo" per l'economia schiavile rivolta al mercato, e "servo" per indicare l'economia di sussistenza basata sul servaggio o servitù della gleba. Finito il feudalesimo, la parola "servo" stava ad indicare una qualunque persona libera che prestava un servizio.
Schiava che allaccia i sandali
Nella civiltà romana la condizione di schiavo rientrava in quella più generale dipendenza che il cittadino romano riservava allo straniero, l'uomo alla donna, il padre al figlio.
Si diventava schiavi sostanzialmente per due motivi:
  • sconfitta militare: i prigionieri di guerra, caduti in proprietà dello Stato, venivano venduti al miglior offerente;
  • indebitamento: chi non poteva pagare i propri debiti diventava proprietà del creditore, dopo il relativo periodo di prigionia, oppure veniva venduto sui mercati di Trastevere.
Ma lo si poteva diventare anche a seguito di un naufragio o di una pena che comportasse la perdita della libertà personale (p.es. l'assassinio o la renitenza alla leva o l'evasione fiscale), a meno che non si accettasse l'esilio. La gente povera spesso finiva schiava anche per reati minimi, se non poteva pagare una pena pecuniaria.
E non si devono dimenticare le persone rapite dai pirati o dai briganti per essere poi vendute, né i bambini che venivano abbandonati (perché non riconosciuti dal padre) o venduti dalle famiglie povere.
Poteva anche darsi il caso di esiliati politici che emigravano a Roma per porsi in servitù, o quelle tribù nordiche che facevano la stessa cosa, spinte dalla fame o dalla carestia.
Da ultimo non si può non considerare che un commercio estero, internazionale, di schiavi esisteva anche prima che i romani diventassero una grande potenza.
Nessuna filosofia egualitaria dell'antichità riuscì mai a scalfire questa diffusa cultura dello sfruttamento del lavoro altrui.
Gli schiavi venivano venduti nelle botteghe, sui mercati o nel Foro, sotto la sorveglianza di appositi magistrati, a tutela dei rilevanti profitti statali.
Generalmente stavano su un palco girevole, con al collo un cartello che indicava la nazionalità, le attitudini, le qualità, i difetti. Quelli provenienti d'oltremare erano riconoscibili per un piede tinto di bianco e i soldati vinti per una coroncina in testa. Schiavi scelti e costosi venivano mostrati in sale chiuse a ingresso controllato.
I prezzi variavano a seconda dell'età e delle qualità (intelligenza, cultura, forza fisica ma anche bellezza, buona dentatura, capacità di suonare o cantare, parlare greco) e si aggiravano sui 1.200-2.500 sesterzi (a fine repubblica un sesterzio equivaleva a circa 2 euro).
Anche ai romani di mezzi modesti piaceva avere uno schiavo al proprio servizio, perché non averne neppure uno era indizio di degradante miseria. Molti ricchi romani possedevano da 10.000 a 20.000 schiavi.
I romani più ricchi potevano anche acquistare stare per rivenderli o cederli a grosse imprese in cambio di un affitto. Sotto questo aspetto alcuni arrivarono persino ad allevarli.
Una volta fatto schiavo, i luoghi prevalenti di destinazione dove esercitare il mestiere erano in aree abbastanza separate: campagna, città, mare (i rematori nelle navi da guerra o di commercio), cave e miniere (soprattutto per l'estrazione dei metalli pregiati).
La schiavitù rurale era quella che comprendeva i braccianti, i contadini, gli allevatori. Questi schiavi godevano di condizioni di vita infime. Il loro lavoro era molto faticoso e poco qualificato. Il trasferimento dalla famiglia urbana a quella rustica veniva considerato come una punizione. A capo degli schiavi di campagna era il fattore, assistito dalla moglie.
In città invece venivano impiegati per attività artigianali: vasai, decoratori, carpentieri, muratori, lavoratori del cuoio, o industriali (fabbricare tessuti). Questi schiavi godevano di condizioni di vita migliori e il loro lavoro era più qualificato. Ma vi erano anche quelli dediti alla costruzione di strade e alle opere pubbliche, o quelli che dovevano far girare in catene la ruota del mulino, che sicuramente svolgevano lavori molto più duri.
Le categorie privilegiate di schiavi erano quelle destinate al servizio domestico (cuochi, camerieri, gli addetti alla toeletta dei padroni, alla cura e all'educazione dei loro figli, alla pulizia della casa e della suppellettile, degli indumenti, gli amanuensi e postini), nonché quelle che aiutavano il padrone nelle attività commerciali (tesoriere, contabile, addetto alla tenuta dei libri), oppure gli schiavi intellettuali, quali pedagoghi, medici e chirurghi, bibliotecari, senza tralasciare gli addetti a scuderie e cavalli.
In genere gli schiavi provenienti dall'oriente ellenistico erano adibiti a funzioni domestiche (anche come maestri dei figli dell'aristocrazia) o artigianali cittadine, perché meno robusti e più acculturati dei loro colleghi italici, germanici, iberici.
Lo schiavo, per definizione, non aveva alcun diritto, ma solo responsabilità penali. Non poteva possedere cose personali, cioè se poteva comprare qualcosa non poteva però disporre come fosse di sua proprietà. Se aveva moglie e figli, il suo padrone poteva venderli senza nessun problema.
Lo schiavo restava tale anche se per un evento qualunque cessava di avere un padrone.
Lo schiavo, di regola, non poteva sposarsi (Catone il Vecchio fu l'unico a permettere, tra i suoi servi, rapporti sessuali a pagamento intascandone il prezzo), non poteva essere difeso dalla legge o ascoltato in un tribunale. Tuttavia, nel corso dell'impero i padroni di schiavi tendevano a permettere a quest'ultimi la possibilità di una stabile vita di coppia. E' altresì noto che i padroni avevano maggiori riguardi per gli schiavi nati in casa.
Gli schiavi che ritenevano ingiusto il padrone potevano rifugiarsi in Campidoglio ed esporre le proprie ragioni, ma non si ha notizia di padroni puniti. Gli veniva concesso asilo se si rifugiava presso un tempio, ma al massimo poteva passare di proprietà da un padrone a un altro.
Se un cittadino uccideva uno schiavo altrui, non incorreva a una sanzione penale ma solo amministrativa, cioè pagava una sanzione monetaria corrispondente al valore dello schiavo.
La legge Giulia aveva altresì stabilito che non poteva esservi adulterio o stupro se non tra persone libere. Molti giovani schiavi venivano usati a scopi sessuali.
Però la lex Petronia proibiva al padrone di dare lo schiavo in pasto alle belve senza una sentenza del giudice.
Il diritto romano non riconosceva agli schiavi un culto religioso proprio, ma gli si consentiva di esercitare alcuni riti secondo i costumi originari.
Gli schiavi di città erano sicuramente più liberi di quelli di campagna: potevano frequentare le osterie, i bagni pubblici, il circo...
A volte capitava che per esigenze particolari (guerre, ordine pubblico) si accettassero arruolamenti negli eserciti da parte di schiavi e barbari: in tal caso lo schiavo otteneva subito la libertà e il diritto a sposare le vedove dei caduti di guerra.
Solo dopo Adriano lo schiavo, coi suoi piccoli risparmi, con le mance, ha diritto di farsi un gruzzolo di denaro con cui affrancarsi, ma soltanto nella tarda età imperiale la legge ordinerà ai padroni di concedere l'affrancamento, dopo aver soddisfatto i loro diritti di proprietario.
Gli schiavi, veri e propri "strumenti di produzione", quando la vecchiaia, gli stenti, le malattie li rendevano improduttivi, dato che difficilmente il padrone trovava un compratore, venivano abbandonati a se stessi e lasciati lentamente morire. A meno che non fossero in grado di riscattarsi diventando liberti. Claudio ordinò l'emancipazione degli schiavi malati abbandonati dal padrone.
Nei primi secoli di vita della città romana gli schiavi erano inseriti nel sistema patriarcale, nel senso che il lavoro nei campi era svolto dallo stesso pater familias, aiutato sia dai figli che dagli schiavi. Gli schiavi erano considerati persone di famiglia, anche se ovviamente senza alcun diritto.
All'inizio del II sec. a.C. raramente le famiglie romane possedevano più di uno schiavo, ma verso la fine dello stesso secolo, soprattutto dopo la fine delle guerre puniche, il numero della popolazione servile era talmente aumentato da alterare i rapporti tra schiavo e padrone.
Il mercato degli schiavi era ormai divenuto una delle attività commerciali più produttive del Mediterraneo (questo perché i ricchi proprietari terrieri avevano continuamente bisogno di una crescente manodopera). Il più grande mercato venne organizzato nell’isola di Delo, dove nei tempi più proficui si potevano vendere, mediamente, 10.000 schiavi al giorno.
L’estendersi dell’economia schiavistica ebbe conseguenze negative per la popolazione italica, non solo perché frenava lo sviluppo tecnologico, ma anche perché tendeva ad aumentare la disoccupazione. Al tempo dell'imperatore Domiziano poteva sembrare più accettabile la posizione di uno schiavo al servizio di un ricco che non quella di un cittadino libero privo di proprietà.
Nel II sec. d.C. famiglie con uno schiavo solo non esistevano più: o non ne compravano affatto perché costava troppo mantenerli, oppure ne possedevano molti di più. Due era il numero minimo, ma la media era di otto.
Il livello di benessere, il prestigio pubblico, l'onorabilità, la quantità e la qualità dei servizi privati, in casa e fuori, erano in proporzione alla quantità e qualità di schiavi posseduti. Il prestigio di un avvocato, p.es., era determinato, presso il suo cliente, dalla scorta di schiavi con cui si presentava in tribunale.
Plinio il Giovane (età di Traiano), che si dichiarava uomo di modesta ricchezza, ne possedeva almeno 500, e di questi volle affrancarne almeno 100 nel suo testamento.
Il massimo dei riscatti consentiti dalla legge Fufia Canina, dell'8 a.C., era di 1/5 del totale degli schiavi posseduti.
Nell'età imperiale Adriano tolse al padrone dello schiavo il diritto di vita e di morte, e Antonino Pio e Costantino considerarono omicidio l'assassinio del servo e punirono chi uccideva un figlio con le stesse pene di chi uccideva il padre.
Con altre disposizioni si permise allo schiavo di mettere da parte, coi suoi risparmi, una somma che gli servisse per qualche spesa voluttuaria o gli permettesse di riscattarsi, quando non era lo stesso padrone, spontaneamente, a liberarlo.
Provenienza geografica
Durante il periodo della conquista romana dei paesi del Mediterraneo (264-31 a.C.) furono condotti schiavi a Roma e in Italia:
  • 30.000 abitanti di Taranto nel 209
  • un gran numero di Sardi nel 176
  • 150.000 abitanti dell'Epiro nel 167
  • 50.000 Cartaginesi nel 146
  • 50.000 Corinzi nel 146
  • intere popolazioni della Spagna tra il 150 e il 100
  • 150.000 Cimbri e Teutoni verso il 102-101
  • centinaia di migliaia di asiatici dalle guerre di Pompeo nel 66-62: Ponto, Siria, Palestina
  • un milione di Galli dalle guerre di Cesare nel 58-50
Durante il periodo della pax romana (31 a.C. - 192 d.C.)
  • sotto Augusto proseguono le conquiste e affluiscono a Roma sempre nuovi schiavi a basso prezzo,
  • Tiberio rinuncia a conquistare la Germania, perché diventa più vantaggioso allevare schiavi,
  • Vespasiano e Tito distruggono Gerusalemme nel 70 d.C. e portano a Roma decine di migliaia di schiavi ebrei,
  • Traiano occupa la Dacia e l'Armenia: nuovo arrivo di schiavi in massa (circa 50.000). L'ultima grandiosa tratta e vendita all'incanto di schiavi si ebbe appunto con Traiano.
Ma in complesso il numero degli schiavi diminuisce.
Nel periodo della crisi dell'impero (192 - 476 d.C.), con l'anarchia militare e i saccheggi, c'è riduzione di nuove popolazioni in schiavitù, ma nel complesso il numero degli schiavi tende a diminuire, non solo perché ha termine l'espansione dell'impero, ma anche perché si cerca di trasformare la schiavitù in colonato o in servaggio, sulla base di un contratto.
A Roma, su una popolazione che poteva andare da mezzo milione a 1,5 milione di abitanti, gli schiavi erano da 100.000 (II sec. a.C.) a mezzo milione (II sec. d.C.). Quando la capienza di Roma fu massima, circa 400.000 persone libere di nascita vivevano con l'assistenza della pubblica annona e solo 100.000 capifamiglia erano in grado di provvedere alle necessità della famiglia con rendite proprie.
Difficile dire il numero dei liberti, degli stranieri, dei militari, della classe media. Si pensa che nella Roma imperiale almeno l'80% della popolazione provenisse da origine servile più o meno remota.
L'ordine senatoriale comprendeva circa 600 famiglie, mentre quello equestre circa 5.000, quindi in tutto le persone più influenti o più ricche che disponeva del maggior numero di schiavi erano circa 20-25.000. La domus di un consolare romano del tempo di Nerone poteva ospitare anche 400 schiavi. Un imperatore poteva disporre anche di 20.000 schiavi.
Forme di riscatto
L'emancipazione dalla condizione schiavile era solita avvenire in tre forme previste dal diritto civile (vedi scheda ppt-zip):
  • manumissio per vindictam: davanti a un magistrato, il padrone metteva una mano sulla testa dello schiavo (manumissus), pronunciando una determinata formula giuridica, dopodiché un littore del magistrato toccava lo schiavo su una spalla con una verghetta (vindicta), simbolo di potere, e lo dichiarava libero;
  • manumissio censu: il padrone, dopo cinque anni, faceva iscrivere lo schiavo come cittadino romano nelle liste dei cittadini, dietro consenso popolare o per suo diretto intervento, e lo schiavo era automaticamente libero. L'iscrizione veniva fatta dal censor, cioè dal funzionario addetto ai ruoli delle imposte e alla registrazione del censo;
  • manumissio testamento: il padrone nel suo testamento dichiarava libero uno o più schiavi; l'esecuzione testamentaria poteva aver luogo anche prima che il padrone morisse e comportava la successiva iscrizione nelle liste del censo.
Col tempo s'imposero forme più semplici:
  • manumissio inter amicos: il padrone dichiarava in presenza degli amici di voler dare la libertà allo schiavo;
  • manumissio per mensam: il padrone invitava lo schiavo a mangiare insieme agli ospiti; con la manumissio per convivii adhibitionem il padrone lo liberava semplicemente considerandolo un proprio commensale;
  • manumissio per epistulam: il padrone comunicava per lettera allo schiavo l'intenzione di liberarlo.
La situazione degli schiavi così liberati venne regolata dalla legge Iunia Norbana del 19 a.C., in base alla quale essi potevano disporre di beni propri, anche se non potevano lasciarli in testamento; sicché i loro beni tornavano all'antico padrone. Tale limitazione verrà tolta dall'imperatore Giustiniano.
Dopo la manumissio il padrone (dominus) diventava patronus, cioè protettore del liberto. Il nuovo vincolo comportava l'obbligo reciproco degli alimenti, l'obbligo di prestazioni gratuite di manodopera da parte del liberto e altre cose che in sostanza si presentavano come anticamera dei medievali rapporti di servaggio.
Lo Stato comunque temeva un'eccessiva liberazione di schiavi, perché sapeva bene ch'essi avrebbero ingrossato la massa della plebe, il cui mantenimento gravava sulla pubblica annona. Di qui la limitazione al 5% del totale posseduto, nonché il divieto di liberare schiavi sotto i 18 anni o il divieto di riscattarsi prima dei 30. D'altra parte gli stessi imperatori impedirono più volte, con la cancellazione dei debiti, che masse di debitori cadessero in schiavitù per insolvenza.
Uno schiavo affrancato era detto "liberto". E l'età adatta a riscattarsi si aggirava sui 30 anni.
Poteva infatti accadere che quando i cittadini liberi erano impegnati nelle guerre di conquista, gli schiavi dovessero svolgere in patria delle mansioni di una certa responsabilità (gestione di un'azienda, di un'attività economica, di un'abitazione padronale). In tali casi il padrone poteva concedere spontaneamente la condizione di "liberto", oppure lo schiavo poteva riscattarsi pagando un certo prezzo e continuando a lavorare presso il padrone sulla base di un contratto.
D'altra parte i senatori, non potendo fare commerci in senso proprio, avevano necessità di servirsi di liberti, che spesso praticavano l'usura e persino il commercio di schiavi.
Il liberto poteva anche svolgere un'attività economica indipendente, ma il padrone esigeva sempre delle corvées sui suoi terreni o nella sua abitazione, oppure pretendeva dei doni in occasione di festività.
Generalmente i liberti continuavano ad abitare presso la casa padronale.
I liberti venivano ammessi alla distribuzione gratuita di frumento, alimenti vari, denaro.
I liberti non avevano gli stessi diritti dei cittadini liberi (p.es. erano esclusi dai diritti politici), ma avevano il diritto di cittadinanza. Tuttavia i suoi discendenti, alla terza generazione, diventavano cittadini romani con la pienezza di tutti i diritti.
Qui si può ricordare che i cittadini romani non solo potevano esercitare i diritti politici, ma potevano essere condannati a morte solo da un’assemblea cittadina e non da un qualunque magistrato, come accadeva a chi non era romano. Inoltre non potevano essere sottoposti a tortura fisica e fustigazione. I funzionari e gli amministratori imperiali dovevano essere romani: per gli appartenenti alle classi più elevate dei territori conquistati, la cittadinanza era la sola via per far parte dei gruppi dirigenti.
Gli stessi imperatori, diffidando delle classi al potere, già corruttrici della repubblica, diedero loro incarichi di fiducia (spesso connessi al fisco). Il che poteva aiutare gli imperatori a dimostrare il carattere democratico delle istituzioni. L'ufficio politico dell'imperatore Claudio era composto esclusivamente di schiavi di fiducia, che, dopo la sua morte, furono sostituiti da liberti, molti dei quali si erano arricchiti notevolmente sin dal tempo delle guerre civili sillane.
Quando, nel 40 d.C., l’imperatore Claudio propose di dare ad alcuni galli la possibilità di diventare magistrati e senatori, vi fu in Senato chi sostenne che Roma non aveva bisogno degli stranieri per ricoprire posti di governo. Tuttavia, la tesi che prevalse, riportata da Tacito, fu la seguente: "A qualche altra causa si deve la rovina degli spartani e degli ateniesi, nonostante il loro valore bellico, se non alla loro ostinazione a tenere in disparte gli stranieri?. Al contrario, Romolo, che fondò il nostro impero, fu abbastanza saggio da saper trattare nello stesso giorno gli stessi popoli da nemici e da cittadini. Degli stranieri hanno regnato su di noi, i figli di liberti possono diventare magistrati, e questa non è una novità, come si ha il torto di credere: l’antica Roma ne ha dato molti esempi".
Augusto arrivò ad autorizzare i matrimoni tra liberi e liberti. Tiberio diede la cittadinanza ai liberti pompieri antincendio a condizione che si arruolassero nell'esercito. Claudio la concesse ai liberti che coi loro risparmi avessero armato le navi commerciali. Nerone a quelli che avessero impiegato capitali nell'edilizia e Traiano a quelli che avessero aperto dei forni.
Si conoscono rinomati liberti: Antonia Filematio, al servizio degli Antoni nel 13 a.C., capace di fare affari in Egitto; G. Cecilio Isidoro che nell'8 a.C. possedeva enormi latifondi e 4116 schiavi; Roscio, commediante, che ricevette da Silla l'alta onorificenza dell'anello d'oro; Narciso e Pallante furono arbitri di molte carriere militari e politiche.
Posto che la "bontà" verso gli schiavi doveva essere considerata un sentimento eccezionale, le pene o punizioni erano molte e all'ordine del giorno, da quella più semplice del trasferimento in una famiglia rustica a quella del lavoro forzato in miniera, alle cave, alla macine, al circo, sino alla crocifissione.
Di regola bastava la fustigazione (sferza, scudiscio e il terribile flagello, frusta a nodi), ma a volte si procedeva alla rasatura della testa, fino alla tortura vera e propria: l'ustione mediante lamine di metallo incandescenti, la frattura violenta degli stinchi, la mutilazione, l'eculeo (strumento in legno che stirava il corpo sino a spezzarne le giunture).
Agli schiavi fuggitivi, calunniatori o ladri si scrivevano in fronte, col marchio infuocato, rispettivamente le lettere FUG (fugitivus), KAL (kalumniator) o FUR (fur=ladro). Tuttavia chi riusciva a sottrarsi alla cattura cessava di essere schiavo, per una consuetudine passata nel diritto.
Per gli schiavi ribelli, terroristi, sediziosi vi era la crocifissione, cioè l'inchiodamento a una trave per una lenta agonia, previa flagellazione. Ma molti di questi schiavi finivano anche in pasto alle belve feroci del circo o bruciati vivi.
Moltissimi schiavi, per punizione, finivano per fare i gladiatori. La gladiatura fu introdotta nel 264 a.C. e ufficializzata nel 105 a.C.: in essa si realizzava il concetto di virile coraggio. Il primo edificio utilizzato appositamente per questi duelli fu del 53 a.C. Il più famoso è il Colosseo, che aveva 45.000 posti a sedere e 5.000 in piedi. I gladiatori venivano reclutati, di solito, tra i prigionieri di guerra, i disertori e gli incendiari, ma anche tra i cittadini liberi condannati a morte. Era comunque facile passare dall'esercito alla gladiatura, ma in questo caso lo si faceva per guadagnare dei soldi.
Contrariamente a quanto si crede, i combattimenti all'ultimo sangue furono molto pochi. Augusto non ne voleva più di due all'anno; Tiberio e Claudio non ne organizzarono neanche uno; Nerone squalificò per 10 anni l'anfiteatro di Pompei. Solo nel IV sec. d.C. i giorni dedicati a queste lotte erano saliti a dieci l'anno.
La prima significativa rivolta armata di schiavi si ebbe in Sicilia nel 137 a.C. Erano stati importati dalla Siria, dalla Grecia, dalla Cilicia, e mandati a lavorare nei campi e nelle miniere.
I primi a insorgere furono gli schiavi di Damofilo, sotto la guida di Euno, di origine siriaca. S'impadronirono della città di Enna. Contemporaneamente insorsero anche gli schiavi di Agrigento che sotto la guida dello schiavo Cleone andarono a ingrossare le schiere di Euno. In tutto i rivoltosi arrivarono a 200.000.
Elessero re Euno il cui regno rimase in carica dal 137 al 132 a.C., poi distrutto dal console romano Rupilio, con la conquista, dopo lungo assedio, delle città di Tauromenio e di Enna. Euno fu ucciso con torture in carcere. Circa 20.000 schiavi furono giustiziati.
Poterono resistere ben cinque anni perché rispettavano i contadini, infierendo solo contro i latifondisti.
Negli stessi anni un'altra grande rivolta di schiavi fu capeggiata in Asia Minore da Aristonico, nella città di Pergamo. Ai romani occorsero ben tre anni prima di avere la meglio.
Altre insurrezioni, tutte ferocemente represse, si ebbero in Italia, nelle città di Sinuessa e di Minturno (qui furono crocifissi 450 schiavi); in Grecia nelle miniere dell'Attica e della Macedonia e nell'isola di Delo, il più grande emporio di schiavi dell'area mediterranea.
In Sicilia si ebbe una seconda rivolta nel 104 a.C., nei pressi di Eraclea, con la sollevazione di 80 schiavi, che si fortificarono su una montagna, dove vennero raggiunti da altri schiavi, fino a formare un esercito di 20.000 fanti e 2.000 cavalieri. Elessero re lo schiavo Salvio, che prese il nome di Trifone.
A questi schiavi se ne unirono altri 10.000 raccolti da Atenione nella città di Lilibeo. Insieme fortificarono la città di Triocala. Riuscirono a resistere alle legioni dei pretori Lucullo e Servilio, ma non a quelle del console Aquilio che nel 101 ebbe la meglio.
La più grande rivolta di schiavi fu quella di Spartaco cui si rimanda in questa apposita Scheda. Vedi anche quella di Velzna.
Gli ultimi movimenti di rilievo dei ceti servili, furono quello detto dei Bagaudi, in Gallia, verso la fine del regno di Gallieno e di Postumo. Agli insorti si unirono i piccoli artigiani di Augustodunum (Autun) e gli schiavi impiegati nelle fabbriche di armi della stessa città.
Poi quello degli Isauri in Asia Minore, e dei Mauri in Africa. Ormai siamo alle soglie di un'epoca in cui la schiavitù antica si dissolve e la rivolta servile diventa una vera rivolta contadina.
I rapporti cristianesimo-schiavitù sono un argomento specifico che è stato trattato a parte: clicca qui e qui.

Lista di importanti studiosi di numismatica

Lista di importanti studiosi di numismatica

Lista delle principali collezioni numismatiche mondiali

Lista delle principali collezioni numismatiche mondiali

Paese Stato / Comune Descrizione (Nome museo, ecc)
Argentina Retiro, Buenos Aires Casa de Moneda de la República Argentina
Armenia Yerevan Museo di Storia dell'Armenia
Austria Vienna Kunsthistorisches Museum
Belgio Bruxelles Banca nazionale del Belgio Museum
Brasile Brasília Museu de Valores fare Banco Central
Canada Ottawa Valuta Museo Bank of Canada
Porcellana Pechino Cina Museo Numismatico[10]
Porcellana Shanghai Shanghai Museum
Colombia Bogotá Cundinamarca Casa de Moneda de Colombia
Costarica San José Museo Numismatico
Cuba L'Avana Museo Numismatico
Danimarca Copenaghen Museo Nazionale di Danimarca
Francia Parigi Cabinet des Médailles, Bibliothèque nationale de France
Francia Parigi Monnaie de Paris
Germania Berlino Bode Museum, Museumsinsel
Germania Dresda Coin Cabinet a Palazzo Reale / Münzkabinett im Residenzschloss
Germania Francoforte Museo Numismatico / Münzkabinett Historisches Museum di Francoforte
Germania Jena Orientali Coin Cabinet Jena
Grecia Atene Museo Numismatico di Atene
India New Delhi National Museum, New Delhi
India Mumbai www.museum.rbi.org.in
Indonesia Jakarta Museum Bank Indonesia
Indonesia Purbalingga Museo Uang Purbalingga
Israele Gerusalemme Museo di Israele
Italia Firenze Mint Tower, Firenze, Museo Numismatico / Museo della Moneta a Firenze: Torre della Zecca Firenze
Italia Firenze Museo Archeologico Nazionale di Firenze
Italia Lucca Lucca menta / Zecca di Lucca
Italia Napoli Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Italia Roma Museo Nazionale Romano Crypta Balbi / Museo Nazionale Romano Crypta Balbi
Italia Roma Banca d'Italia Gruppi scolastici e solo su appuntamento. Banca d'Italia Museo della Moneta
Italia Roma Vaticano Musei Vaticani Filatelica e Numismatica Museo / Museo Filatelico e Numismatico
Giappone Tokyo Banca del Giappone denaro Museo BOJ-IMES[11]
Macedonia Skopje Narodna Banka na Republika Makedonija [1]
Malaysia Kuala Lumpur, Territorio federale Bank Negara Malaysia Museum and Art Gallery
Filippine Manila Museo ng Bangko Sentral ng Pilipinas
Qatar Doha Sceicco Faisal Bin Qassim Al Thani Museo
Russia San Pietroburgo Museo dell'Ermitage
Spagna Madrid Museo Casa de la Moneda
Sudafrica Johannesburg Absa denaro Museo
Suriname Paramaribo Museo Numismatico della Banca Centrale van Suriname
Svezia Stoccolma Reale Coin Cabinet
Svezia Uppsala Università di Uppsala Coin Cabinet
Svizzera Zurigo Soldi Museo
Ucraina Odessa Odessa Numismatica Museo
Regno Unito Cambridge Fitzwilliam Museum
Regno Unito Glasgow Hunterian Museum and Art Gallery[12]
Regno Unito Londra British Museum Dipartimento di monete e medaglie
Regno Unito Manchester Manchester Museum[13]
Regno Unito Oxford Ashmolean Museum
Stati Uniti Colorado Springs American Numismatic Association denaro Museo
Stati Uniti Washington, DC Nazionale Collezione Numismatica (NNC), Smithsonian National Museum of American Histor