giovedì 3 novembre 2011

Monete romane in argento

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Monete romane in argento

Intorno al 300 a.C. i romani vengono in contatto con la civiltà greca del sud Italia. Nelle relazioni con le città della Magna Grecia, dove venivano utilizzare monete in argento di derivazione greca, le monete in bronzo avevano un valore insufficiente per gli scambi commerciali.
La prima moneta romana d'argento fu il didramma. Questa moneta, realizzata sullo base del sistema monetario greco, fu coniata a Capua nel 312 a.C. con un peso di 6,82 g. Il didramma venne sostituito a partire dal 221 a.C. da un'altra moneta in argento, il vittoriato, che ebbe, però, scarsa diffusione.
La moneta romana d'argento alla base dell'economia di Roma fu però il denario, coniato a partire dal 268 a.C.. Il suo valore iniziale era di 10 assi, pari a 1/72 di libbra (4,55 g). Nel 217 a.C. il denario fu rivalutato a 16 assi, a seguito della riduzione del valore di quest'ultimo. Sebbene il denario fu il riferimento dell'economia romana dalla sua introduzione fino alla fine della sua coniazione alla metà del III secolo DC, la sua purezza e peso andarono lentamente riducendosi. La svalutazione delle monete romane, fenomeno costante alla fine della Repubblica e per tutto l'Impero, era causata da una serie di cause, come la mancanza di metallo prezioso e lo scarso rigore delle finanze dell'Impero, con la conseguenza di una forte inflazione.

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